“Non siamo venuti da una direzione né da un luogo
siamo caduti come la polvere di una stella morta
per una pura coincidenza astrale
dalla verticale del sole al pianeta della disperazione”
“Dal fiume al mare” , il libro di poesie che presenteremo sabato 16 novembre alle 11 presso il Centro Valmaggi, si snoda come una serie di considerazioni e pensieri del poeta sulla condizione umana a partire da quanto avviene nella Striscia di Gaza. Un genocidio cui assiste e assistiamo da lontano e che, nonostante l’immediatezza delle immagini, è spesso difficile da raccontare. Nel senso di vuoto che ne deriva, Abu Hawwash si interroga trovando nel testo poetico una possibilità:
«Avrei voluto dire maledizione,
esisti ancora, dopo oggi,
tu,
Dio?»
Spinto dall’urgenza di fronte a ciò che sta accadendo, poeta e lettrici e lettori vengono salvati dalla poesia.
Il suo linguaggio ha la capacità di esprimere con vivida lucidità l’inenarrabile, cosicché la poesia diventa più forte delle pure immagini e, trovando le parole dove lo spettatore le ha perse, conduce in un baratro di orrore reale. .
La sua poesia è un urlo, un mezzo di liberazione per lo spirito oppresso dal dolore e dall’impossibilità di incidere sul reale, una poesia di rivolta, non solamente contro uno stato di fatto intollerabile, ma anche contro i limiti della condizione umana.
E, soprattutto, contro il rischio di dimenticare.
«Da quel momento nessuno vide più l’urlo, mentre riempirono il volto della terra foglie gialle sulle quali erano incisi i nostri nomi.»
Samer Abu Hawwash è un poeta e scrittore palestinese. Nato nel sud del Libano, ha cominciato a pubblicare poesie nel 1991. Oltre all’attività di scrittore e giornalista, esercita quella di traduttore dall’inglese all’arabo. Da questa lingua ha tradotto poeti come Bukowski, Robert Bly e la poeta Louise Glück e romanzieri come Paul Auster, Charles Bukowski, William Faulkner e Jack Kerouac. Ha pubblicato undici raccolte di poesia e tre opere di narrativa. Nel 2024 ha vinto il premio intitolato al poeta iracheno Sargon Bulus.
Attualmente vive a Barcellona dove lavora come Direttore della sezione Cultura e Società presso la rivista Almajalla. Le sue opere sono state tradotte in spagnolo, francese, inglese, tedesco e giapponese.
“Dal fiume al mare” è la prima raccolta completa tradotta in italiano.
Insieme a lui saranno presenti Jolanda Guardi e Luisa Franzini, traduttrici delle sue opere.
Ingresso gratuito.