Ogni fotografia aveva un tempo una sua categoria specifica, il che assegnava loro un valore di per sè, e venivano considerate una forma di espressione artistica, riuscita o meno.
Poi c’era un altro tipo di fotografia, quella delle persone ritratte nella loro quotidianità, all’aperto o nelle loro case, mentre lavoravano, oppure festeggiavano un evento, o giocavano, parlavano, passeggiavano, si godevano una vacanza: insomma, mentre vivevano.
Siccome spesso, non sempre, erano fotografie che rimanevano nell’ambito della famiglia, tutt’al più mostrate a parenti e ad amici, non venivano al pari delle Fotografie con la F maiuscola, considerate una forma d’arte; venivano definite istantanee.
Fotografie che fissavano un attimo: un attimo di vita, unico ed irripetibile. Fotografie che oggi ci raccontano, insieme alle opere di fotoreporter, fotogiornalisti, il mondo com’era; com’erano le persone, come vivevano, nel nostro mondo come in mondi lontani da noi per cultura e tradizioni.
Le istantanee: ossia fotografie che mostrano ciò che abbiamo intorno, con il nostro modo di vedere il mondo e con il nostro stile, unico per ciascuno (come diceva Ansel Adams: “nelle fotografie metti i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato”). Per raccontarlo a chi ha voglia di vedere, e quindi ascoltare, le storie grandi e piccole che vi sono contenute.
Nella mostra di Vittorio Grotto verranno esposte le sue un viaggio nella città raccontata dal suo punto di vista.
Non perdetevi questa occasione.
